Il lavoro è l’ordinario strumento indispensabile non solo per il proprio sostentamento, ma anche per affermare la propria dignità.
Quando i padri della nostra Carta costituzionale scelsero di fondare proprio sul lavoro la comunità nazionale, dimostrarono di aver intuito questo valore e questa necessità.
Riflessioni che tornano di amara attualità nel tempo della crisi, nonostante l’ostinato negazionismo dei rappresentanti del governo e della nostra regione, che non perdono occasione per dire che “la crisi è ormai alle spalle” e che non muovono dito per risolvere le crisi di aziende di grande prestigio. Provino a dire che la crisi non c’è ad esempio alle 1.800 famiglie degli impiegati della società Omega-Agile, meglio conosciuta col nome della casa madre Eutelia che l’ha prima rilevata e poi ceduta.
Da giorni stanno protestando a Torino, Ivrea, Pregnana Milanese, Napoli, Bari e Roma dove martedì all’alba s’è verificato il vergognoso episodio dell’irruzione dell’ex amministratore delegato accompagnato da una decina di guardie private che si sono spacciati per poliziotti.
Storie che pensavamo archiviate nell’album storico delle lotte operaie dell’ottocento e invece… nel dibattito al Consiglio della Lombardia la maggioranza di centrodestra ha fatto orecchie da mercante non condannando l’incursione squadrista e non prendendo alcuna iniziativa a sostegno delle richieste della delegazione dei lavoratori presente.
Così come la Giunta Lombarda continua a lavarsi le mani del declino doloroso dell’Alfa Romeo, giunta ormai all’estinzione con il licenziamento annunciato dalla Fiat degli ultimi 1100 addetti rimasti ad Arese. E pensare che sulla realizzazione del Polo per la mobilità sostenibile presso l’area dell’Alfa di Arese il presidente Formigoni aveva giocato la propria campagna elettorale del 2005. Poi il silenzio. E oggi, dopo sei anni dall’accordo, di tutto quell’ambizioso progetto di riqualificazione e rilancio, presentato con la collaborazione tecnica dell’Enea, non rimane nulla.
Con il trasferimento del Centro Stile e Progettazione, Fiat intende dismettere definitivamente l’Alfa, che rappresenta un pezzo fondamentale di storia della Lombardia. E la Regione rimane inerte a guardare. O meglio, si muove nella direzione opposta, ma a lei più congeniale della rendita immobiliare, sostenendo la definizione di un nuovo assetto urbanistico dell’area per la costruzione di villette più un centro commerciale.