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Aria, Inquinamento, Clima, Trasporti

Arg. n. 5 – ODG – Progetto di Legge n. 0170 – “Norme per la prevenzione e la riduzione delle emissioni in atmosfera a tutela della salute e dell’ambiente, d’iniziativa della Giunta regionale”

(Seduta del 28/11/2006

Arg. n. 5 – ODG – Progetto di Legge n. 0170:

“Norme per la prevenzione e la riduzione delle emissioni in atmosfera a tutela della salute e dell’ambiente, d’iniziativa della Giunta regionale”).

INTERVENTO NELLA DISCUSSIONE PRELIMINARE

Grazie Presidente. Devo dire che la vera novità di fronte a cui siamo oggi in Consiglio è il relativo rispetto dei tempi, e cioè un provvedimento non solo di emergenza, che viene affrontato prima del precipitare della situazione, che ormai da moltissimi inverni si ripete. Devo dire che la novità è esclusivo merito dell’opposizione. L’opposizione ha chiesto e imposto all’ordine del giorno la discussione di questa legge, ha presentato delle linee direttrici a cui la Giunta ha in buona parte ottemperato ed ha delineato così un quadro di riflessione che ci ha impegnato a lungo. Lo stesso relatore di maggioranza, Moretti, ha mantenuto, in tutto lo svolgimento del confronto, un atteggiamento di ascolto. Avevamo quindi un’occasione straordinaria, perché un cambio di passo introdotto – ripeto – da un intenso lavoro, in particolare dell’opposizione, avrebbe potuto costituire per tutti i lombardi l’occasione per il ricorso a strumenti straordinari per efficacia e visione, a fronte di una situazione per tutti drammatica, nota, di cui si occupano giornalmente tutte le cronache che noi abbiamo l’abitudine di seguire e di leggere attentamente.

Deve farvi riflettere il fatto che oggi l’attesa della stampa rispetto a questa legge non è colma di particolare tensione: lo capisco, dato che, come al solito, Formigoni ha tolto la parola al Consiglio con una serie di annunci propagandistici. C’è una legge che, come mi succede ormai di verificare in tutti i passaggi importanti nel rapporto tra Giunta e Consiglio, la Giunta avoca a sé. E’ appena successo per il piano socio sanitario: si fa una lunga discussione, ma poi si arriva soltanto a definire una cornice vaga, entro cui la Giunta si lascia di fatto tutta la libertà di decidere. Succede anche sull’argomento odierno dell’inquinamento dell’aria, secondo una prassi che, diciamo la verità, è ormai irreversibile e dovrebbe preoccuparci. Eppure la situazione dell’inquinamento e del surriscaldamento nella Pianura Padana è ormai irrecuperabile, e sarebbe stata da affrontare con tutta la necessità di un cambiamento profondo dei meccanismi che provocano il disastro ambientale a monte, e non soltanto a valle.

Prima ancora di entrare nel dettaglio – e lo farò con una puntualità dovuta al lavoro svolto per mesi su testi che ci siamo scambiati – voglio dire che di per sé la mancanza di una norma cogente e di una decisione chiara, per quanto riguarda i finanziamenti del progetto di legge, comporta già un giudizio di insufficienza da dare a questa legge.

Se davvero la salute dei cittadini, come si dichiara in premessa al testo, nell’articolo 1 e la drammaticità della situazione del territorio, con la peculiarità della Pianura Padana e la sua anomalia rispetto a tutti gli altri territori, sono le nostre preoccupazioni, allora si tolgano soldi da altre poste di bilancio e si decida di metterli in questo capitolo davvero decisivo.

Ma questa volontà non c’è assolutamente: anzi, dato che la nostra insistenza è stata così puntuale d’avere elencato con precisione le UPB che andavano finanziate,la maggioranza ha tratto la conclusione di cassare il nostro emendamento. Questa è una cartina al tornasole decisiva. Siamo in attesa di sentire le vostre risposte a tutti gli emendamenti, ma ci contiamo poco. Allora: occorre dare discontinuità rispetto ad un meccanismo che si è imballato o continuare a impiegare soldi e risorse per far continuare esattamente le cose come stanno? Questa della discontinuità è la questione da cui dipende la nostra valutazione, il nostro giudizio sul PDL che ci state oggi portando a discutere: ci troviamo di fronte ad un libro con un ottimo indice, ma con una trama inconsistente, perché dentro non ci sono i contenuti abbinati alla decisione di prelevare risorse da dove nasce l’inquinamento e di riporle dove incomincia la bonifica. Ma davvero la questione principale per la Lombardia è aumentare i consumi energetici e creare nuove strade per nuovo traffico?

In effetti, sappiamo che l’intervento a monte di quei meccanismi costa. Decidere, ad esempio, che si punta sul trasporto pubblico e non soltanto sull’abnorme crescita di infrastrutture, significherebbe andare al tavolo con Prodi, dopo questo Consiglio, per dire che la questione dell’inquinamento è almeno centrale quanto altre… Ma se tutto questo non c’è, beh, continuiamo a raccontarci cose che alla fine non portano a conclusioni soddisfacenti. Noi vi abbiamo chiesto a lungo in Commissione, e fa parte di un emendamento esplicito, che il PDL sull’inquinamento dell’aria, sia collegato strettamente al piano energetico regionale, che andrà in discussione a breve. Ed anche alle scelte di politica industriale, ad esempio il PDL sulla competitività, e alle grandi politiche del territorio, ai regolamenti edilizi. Vorrei ricordare che si è svolta a Nairobi una importantissima conferenza sul mutamento del clima, a cui hanno partecipato tutte le istituzioni mondiali e ben 14 Regioni italiane con i loro Assessori. Il Governo della Lombardia non si è neanche fatto vedere e io ho seguito i lavori in quanto Consigliere dell’opposizione. A Nairobi si è deciso che le “Regioni Quattro Motori”, una è la Lombardia, avrebbero adottato quantità di riduzione della CO2 congrue con le decisioni dell’Unione Europea. E l’Assessore – lo dovete sapere – della Catalogna, in pubblico ha affermato “Io non posso riferire per la Lombardia, perché da tre anni la Lombardia non partecipa più alle nostre riunioni”. Beh, mica è una roba da poco quello che vi sto riferendo…

Tra l’altro, proprio in questi giorni, un progetto decisivo per le cose che discutiamo qui in aula, deciso dalla Regione Lombardia in un rapporto con le parti sociali, che riguardava l’insediamento di attività di ricerca e manifatturiere per la riconversione dell’area di Arese in funzione della mobilità sostenibile, non c’è più: è svanito e nel nuovo Master Plan si annunciano supermercati e casette. Ancora: discutiamo finalmente quante nuove centrali turbo gas prevede il piano lombardo e perché si vuole insediare un impianto nel lodigiano? La Toscana, lo sapete, ha deciso che costruisce più nuove centrali e che punta sul risparmio energetico. Eppure, di PM10 dai turbo gas ne esce di più di quanto ne esca dalle centrali ad olio combustibile. Ne siete informati?

Infine: vi ricordate quando sulla Legge 12 – ero appena arrivato in Consiglio – io e Monguzzi abbiamo presentato un emendamento perché i sottotetti venissero coibentati?. Ma siamo stati presi con sufficienza. Tutto questo non torna: si predica bene, ma si razzola male.

Voi dovete sapere che per fare un PDL come questo, il 170, bisogna intaccare degli interessi. Non c’è niente da fare, occorre intaccare interessi, che oggi fanno parte delle politiche strutturali che la Giunta ha adottato e che pesano come priorità su quello che si chiama “il tavolo di Milano”, con una imperdonabile acriticità.

Insomma, il territorio o lo governiamo dal basso oppure gli imponiamo palliativi, come le domeniche di chiusura al traffico o come le targhe alterne. Bisognerebbe davvero cominciare a pensare che si ascoltano i territori. Ho seguito un convegno straordinario a Bolzano, dove il 28% della mobilità oggi è trasferito su piste ciclabili e tutta la mobilità è riorganizzata in modo che si possa percorrere la città il più possibile a piedi: anche i commercianti si sono convinti che forse è meglio. Ma quando ne discutiamo qui? Ma quand’è che ci ascoltano? Quand’è che il “tavolo di regia” si trasforma da un luogo dove non tanto si danno prescrizioni, ma si  crea, elabora, decide, per contrastare dei poteri e crearne degli altri nuovi. Non ci è stata data risposta a nulla.

Noi abbiamo emendamenti, insistiamo, perchè vogliamo che il PdL cambi segno quanto è necessario; ci proviamo, ma se non venissero accolti, beh questa occasione mancata noi la rimarcheremo.

Abbiamo già sicuramente ottenuto di avere un quadro diverso dal passato, dentro cui le battaglie per la salubrità dell’aria si svolgeranno su basi più avanzate.

Io provo a illustrare due o tre questioni che sono non solo dirimenti ma argomento di fronte a cui varrebbe la pena che voi discutiate apertamente. L’impegno del Governo nazionale è di ridurre del 10% le emissioni di CO2: quindi sarete obbligati anche voi, volenti o nolenti, a prendere delle decisioni conseguenti. Ma nel PdL si dice che per ridurre i gas a effetto serra si utilizzeranno tecnologie innovative e i meccanismi flessibili del protocollo di Kyoto. Ma no! Si utilizza la riduzione delle quantità, non i meccanismi flessibili di commercio delle quote! Non bisogna comprare le quote del Bangladesh: abbiamo bisogno di stare bene qui e non di morire, come dice l’Istituto Paolo Negri, mediamente diciotto giorni prima a causa dell’inquinamento.  C’è bisogno poi che l’area critica a cui fanno riferimento i provvedimenti sia, come abbiamo chiesto, tutta l’area della pianura padana. C’è ancora un altro aspetto di estrema importanza: il Consiglio dovrebbe approvare ogni anno, così dice la legge, ed è un risultato positivo dell’azione della minoranza, un piano di intervento, che è una specie di road map per l’insieme degli interventi. E’ chiaro che quegli interventi finiscono nella Finanziaria e devono essere coperti. Purtroppo i criteri per cui venga finanziata una misura o l’altra, non sono nemmeno accennati. Perchè la maggioranza è stata contraria alla clausola di valutazione per questa legge? E cioè al fatto che fosse cogente l’esame annuale e il riposizionamento degli interventi da fare? La regione Toscana ha fatto già due sperimentazioni ed ha, alla fine dell’anno, dovuto cambiare radicalmente il proprio approccio sulla carta. Insisto, abbiate il coraggio di rompere lo schema della pura attestazione o della propaganda, perché c’è un punto di grande interesse da cui la Lombardia potrebbe trarre beneficio: noi abbiamo un’industria in declino nella nostra Regione, lo dicono tutti. Siamo alla fine dell’era del petrolio e abbiamo il drammatico problema dell’inquinamento; per la Germania, per la Francia e per i Paesi emergenti, come la Cina, le nuove produzioni che non inquinano sono la soluzione. Qui non sono citate mai, nemmeno tra le risorse da mettere in campo, le fonti rinnovabili. Scusate, ma anche questo è perlomeno sorprendente. Facciamo un piano contro l’inquinamento e non ci rendiamo conto che potremmo utilizzare direttamente la fonte solare, almeno dico per la metà di quel che si usa in Germania, e ridurre la CO2 e il PM10. E perché fare sette nuove centrali a turbo gas e non dire una parola sul risparmio e sull’efficienza e sulle implicazioni occupazionali e industriali di questa scelta, se non perché si ribadisce un meccanismo assolutamente desueto, che, ad esempio, continua a dilazionare lo spostamento del trasporto verso il ferro e il pubblico.

Bisogna investire su un sistema di trasporto alternativo. Viaggio con grande soddisfazione, nonostante tutto, sulle Ferrovie Nord, perché mi evita l’imbottigliamento autostradale; ma se noi riducessimo solo del dieci per cento il traffico su strada e dicessimo agli automobilisti: “Prendete il treno”, dove troverebbero lo spazio, le carrozze per viaggiare? Insomma, siamo lontani dalle preoccupazioni di cui dovremmo farci carico. E’ chiaro che se gli emendamenti che abbiamo presentato unitariamente come Unione non fossero accettati, sottolineeremmo l’occasione mancata con un conseguente comportamento al voto.


(Seduta del 28/11/2006

Arg. n. 5 – ODG – Progetto di Legge n. 0170:

“Norme per la prevenzione e la riduzione delle emissioni in atmosfera a tutela della salute e dell’ambiente, d’iniziativa della Giunta regionale”

Dichiarazioni di voto).

INTERVENTO IN DICHIARAZIONE DI VOTO

L’aspetto più significativo del dibattito di oggi è l’abbandono della logica del rattoppo e dell’emergenza e il passaggio ad una fase del confronto più meditata, che coinvolgerà sicuramente d’ora in poi il Consiglio nella pianificazione, nella progettazione annuale. Con il Consiglio saranno coinvolte anche le autonomie della Lombardia, quindi, anche i Comuni, le Province, in un tavolo di regia, che è sicuramente un’innovazione.

Quindi mi sembra che siamo di fronte ad una fase di novità, ancora tutta da verificare, a cui le opposizioni, con un lavoro molto lucido, hanno dato un contributo innegabile.

Devo dire che anche la funzione della Commissione è stata stimolante – adesso lo voglio riconoscere, a conclusione, anche al Relatore di Commissione – perché in tutta una prima fase si è sviluppato un confronto libero, di merito  e la Giunta ha portato il proprio contributo solo dopo un ampio lavoro, in cui – per fortuna – le basi comuni si sono ampiamente consolidate.

Questo ha portato ad un clima e ad un percorso per certi versi inedito: tutte le volte che il Consiglio funziona i risultati sono migliori e più soddisfacenti di quanto lasciasse presagire una serie di messaggi, e anche di atteggiamenti, precedentemente adottati dalla Giunta.

Devo dire che, dopo la discussione e l’accoglimento seppur parziale degli emendamenti, in modo particolare sul rapporto tra il finanziamento, gli obiettivi e il programma di interventi , siamo sicuramente di fronte, non dico alla soluzione, perché la soluzione sarebbe stata una norma finanziaria adeguata, ma sicuramente siamo dentro un contesto avanzato. Al Consiglio si consente ogni anno di discutere, in una sessione apposita, dei provvedimenti da adottare e di valutare gli effetti di quelli adottati in precedenza. Il quadro di riferimento va dall’inquinamento atmosferico alle emissioni di gas serra e si applica a tutte le fonti emissive. Quindi non solo i veicoli e i trasporti in generale, come sembrava da una prima fase, ma le produzioni energetiche, industriali, agricole, gli assetti edilizi e commerciali. Questo, effettivamente, è un potere che il Consiglio non aveva prima, e, quindi, si tratta di un passo sicuramente da apprezzare.

In corso d’opera, non basteranno dichiarazioni di volta in volta o della Giunta o degli Assessori o della Presidenza della Regione, ma il tavolo, che viene attivato dalla legge, metterà a confronto esigenze territoriali, articolazioni provinciali e comunali, tutte interne però ad un’unica configurazione dell’area lombarda, che è per la prima volta assunta organicamente come “area critica”. Un  quadro che come minoranza avevamo auspicato.

Tuttavia rimane molto negativa, noi abbiamo molto insistito in questa direzione, la continua perdita di pregnanza degli interventi per quanto riguarda gli aspetti a monte del problema delle emissioni. Cioè questo è un provvedimento decisamente interessante per gli effetti a valle, ma tutto da ridefinire o da riconsiderare per gli aspetti a monte, anche se si prova ad elencare l’edilizia abitativa, le centrali, le attività terziarie come temi su cui intervenire ancora genericamente.

Io credo che il clima che nasce da una discussione, che noi dell’Unione abbiamo tenuto volutamente – mi sembra – alta, ma a cui anche la maggioranza ha cercato di rispondere a tono, ci consente di riconsiderare non solo le questioni di cui discutiamo oggi, ma l’insieme dei criteri e della direzione sbagliata dello sviluppo lombardo, su cui troppo affrettatamente a volte sorvoliamo in questo Consiglio. Concludo affermando il mio forte disaccordo sul fatto che la soluzione dei problemi che abbiamo davanti stia semplicemente nella costruzione di nuove opere e nella crescita del modello che ci ha portato all’emergenza attuale.

In particolare la questione della riduzione delle quote di emissione sulla base del protocollo di Kyoto, che non è stata accettata(e noi su questo torneremo in ogni occasione)comporterà sanzioni pesanti: in Lombardia la questione si ripresenterà e noi presenteremo un PDL al riguardo.

Rimane – e così ho concluso – una nostra assoluta insoddisfazione per quanto riguarda la formula di monitoraggio e il rapporto di informazione democratica e di interazione con l’insieme dei cittadini, che è stato in buona parte glissato.

Noi abbiamo insistito affinchè si dovesse fornire documentazione a tutti i cittadini, giorno per giorno, sulle condizioni dell’aria, sulle condizioni di evoluzione delle concentrazioni, sulle previsioni e i rischi per la salute, come nel caso delle previsioni del tempo.

Si sappia che il livello informativo e il livello di coinvolgimento sono essenziali per la riuscita di un progetto come questo, che rimane troppo vago, troppo incapace di rompere interessi e equilibri consolidati, e che, comunque, apre degli spazi all’iniziativa che noi abbiamo largamente cercato di promuovere. Per questo noi, insoddisfatti rispetto all’occasione presentatasi, daremo alla nostra astensione il significato di una apertura alle potenzialità che si aprono, asiieme a quello di preparazione ad una mobilitazione intransigente nella fase applicativa.