Seduta del 20/12/2007
Arg. n. 5 – ODG – Progetto di legge numero 0249:
“Politiche regionali di sviluppo dei soggetti non profit operanti in ambito sanitario”.
Continuazione dal 4 dicembre 2007
Dichiarazioni di voto).
Sanità-no profit dichiarazione di voto
Molto breve, ma ancora una volta per rimarcare il significato di una novità inquietante e per segnalare che la contrarietà non è soltanto su questo aspetto specifico del provvedimento quanto piuttosto sul principio di elargire un finanziamento pubblico diretto, insisto, a delle strutture sanitarie del privato accreditato, eliminando ormai sia gli aspetti della sperimentazione, che pure erano previsti in alcuni casi, anche da leggi nazionali, e consentendo, che un finanziamento diretto arrivi a delle organizzazioni non profit, che a loro volta possono controllare possono controllare soggetti profit.
Allora lo riassumo così il percorso aperto oggi: finanziamento pubblico diretto a strutture sanitarie private profit. E questo è un fatto abbastanza clamoroso.
(Seduta del 20/12/2007
Arg. n. 6 all’Ordine del Giorno:
“Determinazioni, ai sensi dell’art. 3, commi 5, 6 e 7, della l.r. 28 aprile 1983, n. 34, in ordine all’ammissibilità della proposta di referendum abrogativo parziale della l.r. 26/2003 come modificata dalla l.r. 18/2006, deliberata da oltre 50 Comuni della Regione Lombardia e presentata al Consiglio regionale in data 18 ottobre 2007.
Abbinato ai seguenti documenti:
Ordine del giorno numero 1303, in data 20 dicembre 2007, a firma dei Consiglieri Cipriano, Squassina Arturo, Bonfanti, Sarfatti, Storti, Monguzzi e Agostinelli, relativo all’ammissibilità della proposta di referendum abrogativo sulla l.r. 26/2003 modificata dalla l.r. 18/2006.
Ordine del giorno numero 1304, in data 20 dicembre 2007, a firma dei Consiglieri Galli, Boscagli, Quadrini, Maccari e Demartini, relativo alla richiesta di riformulazione – da parte dei proponenti – del quesito referendario sulla l.r. 18/2006).
Referendum H2O -Odg minoranze
E’ ovvio che questo odg ha una grande rilevanza. Non sarebbe male se partecipasse a questa discussione anche il Presidente Formigoni, che a volte appare, poi scompare dal Consiglio.
Sono 117 finora i Comuni che hanno già votato la delibera di adesione al referendum. Evidentemente sapendo cosa votavano: quando fanno una delibera hanno chiaro su che cosa.
Allora ci hanno detto, i 117 Comuni, che il quesito è limpido, inequivocabile. I 117 Comuni hanno aperto quindi un caso nazionale.
Quel che decide questo Consiglio non si chiude qui e negli equilibri che ci sono qui, ma apre un caso politico perché già in Presidenza questi problemi sono stati affrontati senza soluzione e con posizioni diverse.
Dato che voi sapete come siamo impegnati anche sul merito, non parlo qui assolutamente del merito perché non è per ora questione all’ordine del giorno. Però vorrei che venisse affrontato il punto in questione nel modo corretto.
Allora, i Comuni aprono una dialettica con la Giunta, che ha fatto a suo tempo una legge che poi è stata approvata. Il Consiglio è chiamato oggi a fare da arbitro in questa contesa istituzionale: non può parteggiare per l’una o per l’altra istanza. Mi spiego? Perché se si schierasse, o fregherebbe i Comuni oppure metterebbe in discussione la Giunta. Noi oggi facciamo invece da arbitro sui principi che sottintendono lo svolgimento o meno di un referendum. Quindi, fare muovere la maggioranza in un modo o nell’altro per fare o no un favore alla Giunta contro i Comuni è una cosa illegittima. Ho paura che si stia organizzando qualcosa di questo genere.
La Giunta ha un solo dovere: o ritiene che ha le armi in mano per evitare il referendum, e fa come sta facendo oggi il Parlamento sul referendum elettorale: propone una legge che va in Consiglio e che, se viene approvata, toglie di mezzo le ragioni per cui i Comuni chiedono il referendum. Oppure c consente la consultazione popolare. Quindi, dato che noi vorremmo essere garanti di questa dialettica, vogliamo che l’ammissibilità sia decisa oggi sulla base dell’ordine del giorno presentato. Qui aggiungo una notazione che però non si sapeva finora. Se viene approvata oggi l’ammissibilità, il referendum si svolgerebbe nel 2008; se viene approvata a Gennaio il referendum si svolgerebbe nel 2009, in un contesto completamente diverso.
Il Governo infatti, lo sanno tutti, ha stabilito un anno di mora. Allora, se andiamo nel 2009, il referendum pende come una spada di Damocle su tutto il 2008 e tutto il 2009; ci sono sei Ato che devono decidere. Quegli starebbero fermi. Gli Ato starebbero fermi perché c’è il referendum.
Ma gli Ato hanno un bisogno estremo di decidere.
Non possiamo quindi far finta che un rimando sia indifferente. I Comuni vengono tutelati se l’ammissibilità viene decisa oggi.
Poi noi possiamo prenderci il tempo che occorre perché venga affrontato un cambiamento opportuno della legge: c’è tutto il 2008.
Guardate che gli Ato ci potrebbero rimproverare duramente il ritardo perché tutto rimarrebbe fermo, oltre la moratoria.
E poi i Comuni io voglio vedere cosa dicono se vedessero che il Consiglio non si è fatto carico della loro richiesta nei tempi utili.
(Seduta del 20/12/2007
Arg. n. 6 all’Ordine del Giorno:
“Determinazioni, ai sensi dell’art. 3, commi 5, 6 e 7, della l.r. 28 aprile 1983, n. 34, in ordine all’ammissibilità della proposta di referendum abrogativo parziale della l.r. 26/2003 come modificata dalla l.r. 18/2006, deliberata da oltre 50 Comuni della Regione Lombardia e presentata al Consiglio regionale in data 18 ottobre 2007.
Abbinato ai seguenti documenti:
Ordine del giorno numero 1303, in data 20 dicembre 2007, a firma dei Consiglieri Cipriano, Squassina Arturo, Bonfanti, Sarfatti, Storti, Monguzzi e Agostinelli, relativo all’ammissibilità della proposta di referendum abrogativo sulla l.r. 26/2003 modificata dalla l.r. 18/2006.
Ordine del giorno numero 1304, in data 20 dicembre 2007, a firma dei Consiglieri Galli, Boscagli, Quadrini, Maccari e Demartini, relativo alla richiesta di riformulazione – da parte dei proponenti – del quesito referendario sulla l.r. 18/2006.
Ordine dei lavori).
Referendum H2O Od.G. maggioranza
Presidente, chiedo di poter intervenire a nome del Gruppo perché lei, prendendo una iniziativa in contrasto con l’altro Vice Presidente, si è comunque rivolto per la decisione all’aula.
Ecco, io vorrei far presente che l’obiettivo che aveva la maggioranza era di far slittare il referendum dal 2008 al 2009, e lo persegue con delle modalità nascoste.
Ad esempio, io sono molto preoccupato che qui, anche purtroppo con una sua accondiscendenza, si ottiene lo spostamento della decisione a Gennaio Noi praticamente siamo messi nella impossibilità di decidere e torniamo daccapo, ma con il vantaggio per la maggioranza di uno slittamento di un anno dalla data del referendum.
Io la prego allora di convocare comunque domani il Consiglio, in modo che le responsabilità politiche di chi fa mancare il numero legale, e quindi persegue lo slittamento, siano estremamente chiare.