(Seduta del 20/12/2006
Arg. n. 6 – ODG – Progetto di Legge n. 0194:
“Bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2007 e bilancio pluriennale 2007/2009 a legislazione vigente e programmatico, d’iniziativa della Giunta regionale”
ODG dall’859 all’875).
PRESENTAZIONE DEGLI ODG
Accorpo e faccio un’unica trattazione. Ho partecipato alla manifestazione, che non è estranea agli ordini del giorno che noi stiamo presentando, imponente del Sindacato, per i problemi della Sanità e dell’Assistenza.Questa Finanziaria nasce con una manifestazione per la casa e con una manifestazione per i diritti dei cittadini e delle lavoratrici e lavoratori lombardi, che pesano sicuramente sui lavori del Consiglio.
Ora io illustro gli ordini del giorno
cronologico.
Parto dall’emendamento 874. E’ un ordine del giorno che riguarda in modo particolare l’aspetto di fondo della formazione professionale e la sperimentazione della scuola e della formazione in un canale non separato, o alternativo rispetto al percorso liceale e a quello della scuola tradizionale.
A noi sta molto a cuore che non venga considerata di serie B la formazione professionale ma che venga sostenuta invece una sua piena integrazione nella riqualificazione e nella rivalutazione complessiva del lavoro in Lombardia. Quindi chiediamo che non ci sia alcuna iniziativa di revisione della legge regionale sulla formazione professionale, che la sperimentazione non venga portata al di fuori dei protocolli di intesa, che sono invece previsti dall’iniziativa nazionale.
Per l’odg 871 noi abbiamo analizzato le opportunità economiche offerte alle donne insieme alla diffusione degli asili nido e dei consultori pubblici della Regione Lombardia, e abbiamo dovuto denunciare che la Regione Lombardia è solo al nono posto nelle classifiche regionali per le pari opportunità fra i sessi.
Quindi le lavoratrici in modo particolare, sono colpite dai provvedimenti di mobilità e cassa integrazione. Essendo la nostra Regione sede anche di discriminazioni di genere sui luoghi di lavoro, noi impegniamo la Giunta ad una campagna di informazione e di sensibilizzazione sui diritti delle lavoratrici e ad azioni positive.
Per quanto riguarda l’ordine del giorno 872, preso atto dei dati che sono relativi all’occupazione e che indicano una situazione fortemente segnata da una diffusa precarietà, e tenuto conto che i salari e le indennità economiche non fanno altro che aumentare il rischio di povertà per molti lavoratori e lavoratrici – si considerano anche i costi degli affitti, dei mutui e dei servizi –chiediamo alla Giunta di costituire, in via sperimentale, un fondo regionale per il sostegno al reddito, in grado di garantire alle lavoratrici e ai lavoratori in mobilità e in cassa integrazione un’integrazione economica.
Per quanto riguarda l’ordine del giorno 875, analogo a quello che avevo illustrato prima, quindi convergente nel blocco per la formazione professionale, noi intendiamo garantire, attraverso azioni, finanziamenti specifici del bilancio programmatico 2007/2009, interventi per la riduzione della dispersione scolastica in Lombardia.
Per quanto riguarda l’ordine del giorno numero 866 voi sapete che la Lombardia è la Regione con i più alti consumi di acqua: come RC stiamo conducendo una forte pressione per il mantenimento dell’acqua pubblica, e considerato che i prelievi per la produzione di energia idroelettrica ammontano ormai al 67% del totale, ci siamo posti un triplice problema. Quindi illustro contemporaneamente tre ordini del giorni.
Innanzitutto c’è un livello di captazione della parte idrica, soprattutto in Valtellina, superiore alle indicazioni che ci sono date dalla comunità europea; occorre assolutamente modificare questa situazione anomala,altrimenti incorreremo in infrazioni: la Lombardia ha già spalle dodici delle ottanta infrazioni ambientali nazionali.
Le popolazioni sono largamente coinvolte e allarmate. Prestate attenzione al fatto che le azioni necessarie a conseguire le prescrizioni che sono indicate nella direttiva dell’Unione Europea, comportano costi per l’ATO della Valtellina, che se non sono sostenuti anche dalla Regione non possono essere pagati localmente.
Il secondo aspetto riguarda il fatto che in un collegato, difficile da individuare –la Regione Lombardia, la cui legge per quanto riguarda l’obbligo di separazione dell’erogazione dalla gestione dell’acqua, è stata impugnata dal Governo nazionale, prevede, con una forzatura, che, nel caso in cui non si raggiungono i due terzi dei Comuni nell’adesione all’ATO, anche quegli ATO, che per adesso hanno mantenuto una conduzione pubblica, siano obbligati ad andare a gara. E’ una cosa che non sta né in cielo né in terra: in una Finanziaria si modifica una legge senza discussione preventiva! Posso dirlo anche ad altra voce: so che Comuni, non guidati da noi, Comuni guidati anche dal Centrodestra, si stanno ribellando a questa imposizione. Quindi io vi invito a considerare il fatto che non si può in una Finanziaria, surrettiziamente, fare intervenire una modifica delle leggi nazionali ed obbligare a gara la conduzione dell’acqua quando i Comuni hanno tutto il titolo per sceglierla pubblicamente, a meno che la Lombardia si voglia contraddistinguere come la Regione mazzolatrice del pubblico. Mi sembra che questa norma, lo dico con franchezza, sia dettata da qualche funzionario troppo sollecito, che dovete richiamare.Quindi non mi sembra che si possa continuare con l’esposizione fino a questo livello, esasperando l’obbligo a separare erogazione e gestione, favorendo l’intervento dei privati in Regione Lombardia.
L’ordine del giorno viene accompagnato da un terzo ordine del giorno, che riguarda la possibilità che Finlombarda si spenda per la progettazione dei piani d’ambito, non solo quando interviene un socio privato, ma, e soprattutto, quando viene affidata in house la conduzione dei servizi.
Vorrei che tutti si rendessero conto che l’acqua è sotto gli occhi di tutti: ne parlano nelle scuole, facciamo tutti delle grandi perorazioni sul fatto che è un bene comune ma la Regione Lombardia, in sede di Finanziaria, ci fa trovare dei trucchetti chene favoriscono la privatizzazione. Da ultimo, volevo fare riferimento ad un blocco di ordini del giorno che riguardano il declino di alcuni settori, in modo particolare –il settore tessile: è una continua espropriazione di aree, che vengono messe a profitto in direzioni non più industriali, e che pesano enormemente. Ho parlato del settore tessile perché dei 26 milioni di metri quadri di area ben dodici milioni riguardano ex fabbriche di quel settore, che nella nostra Regione erano di estrema rilevanza almeno fino a trent’anni fa. Parlo poi, come fatto emblematico, e lo sapete, noi insistiamo molto, dell’area di Arese: non possiamo continuamente trascurare la messa ad opera, nel senso di un grande rinnovamento sul piano tecnologico e manifatturiero, di prodotti per la soluzione dei grandi problemi del traffico e dell’inquinamento. Questo rinnovamento deve passare da una riflessione sulla destinazione dei due milioni di metri quadri dell’area di Arese.
Da ultimo , c’è un ordine del giorno specifico, accompagnato da altri due, ma quello che interessa di più è l’874, che riguarda l’impegno da parte della Giunta a fare un capovolgimento di posizione sulle emissioni di gas serra, e quindi sostenere le energie rinnovabili rispetto a quelle di fonte fossile. C’è al riguardo anche un ordine del giorno, che io appoggerò, che riguarda in modo particolare il blocco della Centrale di Lodi-Bertonico
(Seduta del 20/12/2006
Arg. n. 6 – ODG – Progetto di Legge n. 0194:
“Bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2007 e bilancio pluriennale 2007/2009 a legislazione vigente e programmatico, d’iniziativa della Giunta regionale”
ODG 878-879-880).
FINANZIARIA 2007 –2009 ODG 2
Gli odg che illustro riguardano in modo particolare i legami tra la Legge Obiettivo e gli investimenti che la Regione ha indicato nel proprio piano. Noi abbiamo detto ieri che avevamo apprezzato lo spostamento, per la prima volta, di quantità abbastanza rilevanti sul trasporto pubblico, e l’incremento della parte che riguarda il trasporto su ferro.
A nostro giudizio, nel “tavolo di Milano” vengono discusse delle priorità di intervento e di finanziamento, che portano alla definizione di un soggetto nuovo, che riguarda la Regione e il suo rapporto con l’ANAS: temiamo che il “tavolo di Milano” lo dico con molta preoccupazione diventi quasi un surrogato del rapporto corretto tra le Assemblee consigliari della Regione, della Provincia e del Comune di Milano.
Noi vorremmo coinvolgere il Consiglio regionale nella definizione delle priorità sul tema delle infrastrutture altrimenti ci troveremmo di fronte a incontri tra i Ministri del Governo e i Presidenti delle Giunte, con il Consiglio espropriato, addirittura nemmeno informato, per quanto lo riguarda.
Quindi noi vorremmo che il Consiglio monitorasse e producesse dei rapporti trimestrali alle Commissioni.
Per quanto riguarda l’odg 879, noi abbiamo riflettuto sul potenziamento e la riqualificazione di linee tranviarie, di sistemi innovativi di trasporto, soprattutto nell’area di Cologno Monzese, del Vimercatese e della zona di Monza. A questo riguardo noi chiediamo che il protocollo che era stato sottoscritto nel 2001, con il Ministero dei Trasporti, mantenga la sua vigenza, cioè mantenga la sua validità, e quindi che attraverso le Province, i Comuni interessati, soprattutto di questa area, si definisca un piano in attuazione di quel protocollo di intesa. Abbiamo la sensazione che il tavolo di Milano da una parte ci espropri e che la messa in mora dell’attenzione sulla Provincia di Monza faccia venir meno un’azione invece che il Consiglio aveva largamente previsto e che nel bilancio regionale immediatamente ha avuto un riscontro, nel senso che il bilancio regionale non recepisce l’attenzione del protocollo 2001.
Per quanto riguarda l’odg 880, noi vogliamo fare un salto di qualità per quanto riguarda il sistema dei trasporti e della mobilità lombardi: vi chiediamo che come si è fatto lavorando bene sulla questione dell’inquinamento, e cioè ogni anno il Consiglio viene investito della presentazione del piano di attività per ridurre l’inquinamento- si faccia altrettanto ogni anno una riflessione sul piano regionale dei trasporti e della mobilità, da sottoporre al Consiglio regionale. Così non ci vedremmo costretti, sostanzialmente, ad una defaticante azione emendativa ed esplicheremmo invece le nostre prerogative di proposte in un dibattito preventivo, all’interno delle Commissioni, che rafforzerebbe, tutto sommato, anche il ruolo conclusivo che verrebbe ad avere questo Consiglio.