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Unaltralombardia SE

Assemblea unaltralombardia del 30 maggio

Cronaca da un’AltraLombardia
Ieri sera, alla Camera Del Lavoro, all’assemblea di Unaltralombardia: sembrava di essere al cinema.
Il film di una politica finalmente diversa. In veritè, ci avevano raccontato che si trattava di assemblea, per noi elettori.

Ma la sola “lettura dell’ordine del giorno” ci ha accompagnato fino a mezzanotte, quasi senza neppure accorgerci che il tempo era passato e che il momento dell’assemblea doveva per forza essere rinviato. Appunto alla prossima volta.
Ancora per questa volta gli interventi preordinati non hanno consentito una partecipazione assembleare se non negli applausi.

Ma io, candidato ad essere elettore , questa volta non mi lamento.
E’ stata una bella serata di promesse, di richiesta appunto alla cittadinanza e al mondo della mobilitazione associativa di esserci e di partecipare.
Promesse di una politica che probabilmente questa volta non ha intenzione di essere ipocrita e menzognera.

Una politica di rinnovamento dove un bel poeta del vissuto sociale , come Niki Vendola, nella sua narrazione conclusiva, ci ha condotto a passare qualche notte gelida, di pioggia e di fuochi che si spengono, insieme ai precari di Melfi.
A vivere insieme a loro attimi storici della loro paura di essere finalmente coraggiosi. Verso l’affermazione del diritto del Meridione di uscire dai secoli di dominazioni borboniche e di vicoli oscuri e tenebrosi, terrorizzati da intrighi gattopardeschi e da violenze mafiose.

Il coraggio voluto dalla speranza della voglia di vivere di chi pronuncia la frase tabè : se vogliamo , possiamo.
E il racconto di Vendola ha materializzato un’idea di partecipazione politica che ha molto poco a che fare con le simbologie formali delle primarie sui generis, ovvero delle procedure di ratifica burocratica, quella per porre il marchio della riappropriazione da parte di istituzioni invecchiate e obsolete.
Le primarie pugliesi hanno in realtè liberato la politica trasparente quotidiana, quella sul campo, dagli orpelli contradditori.

E’ stato in fondo come mandare a vuoto il tentativo di voler comunque imporre un marchio di potere su una realtè che cammina da sè, nonostante i condizionamenti delle direzioni di partito.
Il Meridione pacificamente rivoluzionario portava ieri sera ad una Milano afflitta nelle sue ambizioni mercantili e declinante come una speranza delusa, l’ orizzonte aperto del rinnovamento necessario della politica dal basso, testimoniato da una vicenda storica attuale, pacificamente rivoluzionaria e appassionata.

E su questo filone della riaffermazione della politica del vissuto si sono svolti tutti gli interventi precedenti.
Quello di apertura di Mario Agostinelli che rinvia al prossimo futuro la vittoria mancata delle ultime regionali. Rinvia la vittoria possibile alla realizzazione di una promessa di apertura ad una politica di rinnovamento delle forme e della sostanza della rappresentanza, dove eletti ed elettori si ritrovino ad un appuntamento periodico e ripetuto, fisicamente realizzato in ogni ambito opportuno di partecipazione.

Dove il momento del voto rappresenti per un verso la conclusione di un processo di condivisione dei programmi e, per l’altro, l’inizio della condivisione delle scelte per il conseguimento degli obiettivi.
Paolo Cagna Ninchi ha rappresentato le aspettative, che la politica eletta ha il dovere di soddisfare, di tutta quella parte della popolazione innominata e nascosta delle associazioni e della mobilitazione politica che pervadono come una linfa i tessuti vitali della societè degli elettori.
Majorino, segretario Ds milanese, ha sottoscritto quasi un mea culpa, a titolo personale, dichiarandosi per una Milano pubblica.

Finalmente il “pubblico” che riacquista la sua prioritè , quasi senza meraviglia come affermava Molinari , “quello” della tutela del bene pubblico per antonomasia : l’acqua.
Senza meraviglia , perchè l’organizzazione dei beni primari a soddisfazione dei bisogni primari, non puè essere una sorprendente novitè, se non nel senso della prima forma originaria della politica, cioè nel senso dell’ organizzazione e della condivisione delle ragioni della convivenza.

E qui sta , secondo il neodeputato europeo Agnoletto, la spiegazione del no francese contro le prepotenze dell’individualismo liberista, globalizzante e privatizzante i profitti. Quello delle direttive Bolkenstain, capace di sconvolgere gli assetti sociali conquistati in quasi un secolo di lotte e di mediazioni.
Questo “no”, francese e non solo, al progetto provvisorio e calato dall’alto di Costituzione Europea, nato senza adeguato dibattito in alcuna sede interparlamentare internazionale.

Un segnale preciso, non contro l’unione pacificatrice, progressiva e pilotata tra le culture e i popoli , ma contro progetti quasi forsennati di confusione e di mescolanza , capaci di rinnovare ancora una volta i conflitti interni e le guerre.
Argomenti precisi della sinistra cosiddetta radicale , probabilmente dell’evoluzione sociale della soddisfazione dei bisogni a scapito del privilegio, che ha condotto Pietro Folena a spostare la sua azione politica , dichiarandosi ora riconciliato con le sue motivazioni profonde.

E infine, da parte di Paolo Ferrero, una vera novella nella definizione confusa e nella progettualitè rivoluzionaria del “pubblico” e del “privato” : il concetto di pubblico non risucchiato nel groviglio malato, inefficiente , della burocrazia, della malversazione e delle cooptazioni del potere , ma affidato ad istituti immersi in un principio sano e opportunamente istituzionalizzato della partecipazione politica attiva dei cittadini.

Insomma, tre ore e mezzo dense di interventi, che promettono e richiedono per il prossimo futuro la candidatura libera ed aperta degli elettori a prendere parte consistente ed attiva al progetto politico ed alla sua realizzazione in itinere.

Nell’ingresso, si raccoglievano le firme per
1) la Legge Regionale d’Iniziativa Popolare per disarmo e riconversione dell’industria bellica
link www.disarmolombardia.org
2) la proposta di legge regionale d’iniziativa popolare sul diritto al reddito sociale
link www. redditolombardia.org