Nel Piano Regionale di Sviluppo (PRS), il documento piè impegnativo dellèintera legislatura, la Giunta di Formigoni porta alle estreme conseguenze la politica fallimentare delle due precedenti legislature. Lo fa a dispetto della crescita elettorale della minoranza di centrosinistra e senza fare i conti nè con la crisi irreversibile della coalizione tra F.I. e Lega nè tantomeno con il declino economico e sociale della Lombardia.
Rifondazione Comunista, allèopposizione con tutta lèUnione, darè voce agli strati sociali piè colpiti dalle scelte inique del PRS e collegherè le proprie proposte da portare in Consiglio alle concrete aspettative dei cittadini lombardi.
Perciè lèanalisi politica del documento in votazione in questi giorni richiede unèarticolazione e unèattenzione particolari.
I sei capitoli del Piano prendono come riferimento, da una parte, la Costituzione Europea bocciata dai recenti referendum popolari e, dallèaltra parte, la èdevolutionè, in discussione in Parlamento, allontanandosi visibilmente dalla Costituzione Repubblicana che la Giunta lombarda vuole forzare.
Il Consiglio viene indebolito nella sua funzione legislativa e di controllo, il privato sostituisce il pubblico nellèerogazione di servizi e nellèintervento sui diritti dei cittadini, la Regione limita lèautonomia delle Province e dei Comuni.
Si crea cosè la cornice istituzionale per lèarretramento dei diritti sociali e per favorire quegli interessi privati su cui si è imbastito lo scontro tra Formigoni, Abelli e Cè.
Il buono per la scuola privata è elevato a intervento principale per il diritto allo studio; il mercato del lavoro viene privatizzato a sostegno della diffusione del lavoro precario; i voucher e lèaccreditamento diventano sempre piè il veicolo per spostare risorse pubbliche verso i privati nellèassistenza, nella formazione, perfino nella ricerca; sono del tutto assenti una politica industriale e un sostegno alla specializzazione produttiva, senza cui il declino produttivo della Lombardia e i problemi occupazionali si fanno sempre piè drammatici; con la estesa introduzione delle fondazioni e del project financing, si vuole dare un colpo definitivo al sistema ospedaliero integrato nel territorio e nel servizio sanitario obbligatorio; la famiglia diventa soggetto giuridico effettivo per lèassistenza agli anziani e ai disabili; la proprietè immobiliare avrè sempre maggior potere nel governo del territorio; il piano energetico regionale non rispetta il protocollo di Kyoto; il servizio dellèacqua perde la sua funzione di tutela di un bene comune; la qualitè dellèaria e la congestione del traffico vengono affrontati con provvedimenti riparatori propagandistici ma scarsamente efficaci; le questioni dellèimmigrazione non sono minimamente prese in considerazione!
Rifondazione Comunista, nellèarticolare puntualmente il giudizio sul PRS, vuole non solo esprimere il proprio profondo disaccordo, ma anche delineare lo spettro di intervento per proposte alternative e indicare un percorso di collegamento con i movimenti e le iniziative territoriali e i soggetti sociali discriminati dalle politiche della Giunta.
Fin dal Consiglio Regionale convocato per il 25 Ottobre renderemo visibile e verificabile unèopposizione programmatica che cresce in accordo con tutta lèUnione.