Un filo di veleno che collega Stabio a Viggiù?
Dichiarazione di Mario Agostinelli, capogruppo regionale Prc
“Il sopralluogo a Gaggiolo del 27 Marzo su incarico della Commissione Ambiente del Consiglio Regionale per verificare le lamentele degli abitanti locali nei confronti dell’enorme deposito di rifiuti inerti che, dal territorio svizzero, sovrasta le loro abitazioni ha rivelato una situazione inquietante che richiede, oltre ai necessari approfondimenti, un immediato intervento.
Si tratta di 350 mila metri cubi di materiale composito, che tolgono il sole a una quindicina di abitazioni, depositati in questi anni senza alcun controllo e, a detta degli abitanti che hanno seguito a vista da non più di dieci metri le operazioni di scarico, infarciti di amianto e metalli pesanti. Una storia vergognosa, che conta sulla presenza di un confine burocratico tra due Stati confinanti per occultare danni ambientali e alla salute. Una infrazione al diritto, come se la natura e gli uomini non fossero soggetti a leggi universali.
Sento il dovere di rompere il silenzio e di far assumere a ciascuno le proprie responsabilità. Farò una compiuta relazione durante la prossima seduta della Commissione Ambiente del Consiglio e inoltrerò, con un’interrogazione rivolta alla Giunta della Lombardia, la richiesta di indagini e di una responsabilizzazione dei poteri pubblici che devono garantire la salute dei cittadini. Ma chiedo anche che le autorità svizzere siano chiamate in causa per riferire lo stato effettivo delle cose e per stabilire relazioni ufficiali con le autorità italiane per risolvere l’incresciosa situazione.
Infine voglio essere rassicurato che non ci sia un filo di veleni che lega il deposito di Gaggiolo alla cava abusiva FEMAR di Viggiù, dove in questi giorni la Guardia di Finanza ha sequestrato materiale nocivo, tra cui eternit e arsenico, depositato nel corso di anni con un traffico illecito da camion provenienti dalla Svizzera e ora, pare, di fronte ai sigilli, dirottati altrove”.