La campagna elettorale dellèUnione e, in particolare, lo sforzo di coinvolgimento pieno e partecipativo delle cittadine e dei cittadini da parte di Unaltralombardia hanno creato una forte aspettativa per lèefficacia dellèopposizione a Formigoni.
Lèavvicinamento elettorale tra i due schieramenti di centrodestra e di centrosinistra è con il passaggio da un distacco del 30% nel 2000 a uno del 9,8% nel 2005 è e la crisi del modello formigoniano hanno lasciato presagire un confronto trasparente, serrato, necessario.
E invece, finora, la Giunta ha saputo soltanto produrre atti unilaterali, esprimere la sua litigiositè allo stadio piè rozzo, moltiplicare incarichi e costi improduttivi e, soprattutto, impedire qualsiasi cenno di vita al Consiglio Regionale, umiliato e ridicolizzato a votare per la prima volta solo dopo quasi quattro mesi dalle elezioni e a farlo nientemeno che sulle peppole e sugli uccelli da richiamo.
Perchè quello relativo alla caccia in deroga sarè lèunico provvedimento sul quale saremo chiamati a esprimerci martedè prossimo in Consiglio, mentre il Dpefr e lèassestamento arriveranno in Aula non prima della fine di settembre. Con un mancato rispetto delle scadenze e, soprattutto, con un inaccettabile ritardo che determina danni seri e sostanziali per Comuni, Province, cittadini e lavoratori si sfata cosè, senza ombra di dubbio, la leggenda mass-mediatica di una Giunta che lavora perchè salta gli ostacoli di una democrazia atta, nellèottica distorta del centrodestra, solo a far perdere tempo.
Insomma, siamo ai limiti dellèillegalitè. Dopo quasi tre mesi dalla nomina dellèesecutivo regionale, il Consiglio non è messo nelle condizioni di controllare e verificare, non cèè un provvedimento per la crisi economica, non cèè una programmazione.
Siamo di fronte a unèemergenza democratica che lèopinione pubblica e gli elettori rischiano di non conoscere, travolti come sempre dalla macchina comunicativa del Governatore che, mentre si autoproclama èpresidente di tuttiè, non arriva nemmeno a discutere con lèopposizione, come le regole gli imporrebbero, di bilancio, di emergenze ambientali e occupazionali o, comunque, di obiettivi strategici.
Ovviamente, non staremo con le mani in mano a subire la tracotanza di una coalizione che chiude dentro il proprio recinto una dialettica circoscritta alle poltrone e alle lobbies e non sente la responsabilitè di una vita democratica in Regione, dove tutti gli eletti sono rappresentanti ed espressione di una societè viva, spesso in aperto conflitto e tuttèaltro che disposta ad essere oscurata o surrogata da una propaganda al limite dellèimbonimento.
La Lombardia è lèunica Regione italiana ancora senza uno Statuto che regoli le prerogative e i diritti democratici dellèopposizione; è lèunica Regione che non ha portato in Consiglio per lèapprovazione le variazioni di bilancio per il 2005 entro i termini previsti; è lèunica Regione che vede tutte le commissioni consiliari assegnate alla maggioranza; è lèunica Regione in cui, ad una richiesta di uno sforzo speciale del Consiglio per le aree di crisi e di deindustrializzazione come quella di Arese, Formigoni risponde con un invito a cena di luccicanti èComitati per la competitivitè dove, come nei salotti privati, si affollano i Tronchetti-Provera, gli immobiliaristi e i primari sulla cresta dellèonda, sempre buoni per qualsiasi potere, ma sempre lontani dalla quotidianitè, dai bisogni, dalle lotte della gente comune.
Bisogni e lotte che cercheremo di rappresentare al meglio, per ridare un senso vero alla politica in Lombardia, per restituirle quellèetica e quel rispetto delle regole e del confronto democratico da cui non è possibile prescindere.
Mario Agostinelli, capogruppo regionale del Prc