E’ indubbio che questa campagna per le elezioni regionali sia stata molto deludente. Si è parlato di tutt’altro che non di programmi: dai problemi legati alla presentazione delle liste del Popolo delle Libertà (sia a Milano che a Roma), alle vicende giudiziarie del premier, fino alle polemiche connesse allo spegnimento, in tutta la campagna elettorale, dei talk show di approfondimento, per una malintesa applicazione della par condicio.
Il rischio più concreto è che questo approccio alle elezioni si traduca in un incentivo all’astensione: se il cittadino non trova una motivazione vera per la scelta che deve andare a fare, è probabile che si astenga dal votare, a destra come a sinistra. Del resto segnali crescenti di disaffezione al voto hanno accompagnato tutte le elezioni recenti, e anche il dato francese dimostra come l’astensione sia un fenomeno di portata transnazionale.
La seconda eventualità, tutta lombarda, è che in assenza di un contraddittorio serio, i voti si polarizzino su Formigoni e sulla sua coalizione, ormai collaudata e ben nota ai cittadini lombardi: e che l’aspetto più vero della competizione stia nel confronto tutto interno alla maggioranza, tra PdL e Lega, con la seconda accreditata della possibilità di operare il sorpasso.
La terza considerazione sta tutta nel campo dell’opposizione. Si sono fatti errori su errori in questa campagna elettorale. Innanzitutto quando si è rinunciato alle primarie di coalizione per scegliere un candidato davvero condiviso per la competizione con Formigoni. Poi quando si sono posti veti e steccati nella sinistra, favorendo così candidature alternative a quella di Penati. Infine quando si è scelta una linea di contrapposizione soft e non frontale a Formigoni, non sfidandolo ad esempio sul terreno in cui si sente più forte, quello della sanità, o non attaccandolo quotidianamente e con manifesti per tutti gli scandali della sua Giunta (da quelli delle bonifiche al caso Prosperini, fino ai “chiacchierati” Buscemi e Maullu).
Così facendo, si è come accreditata la convinzione di una competizione impari, e del non voler confrontarsi per vincere, ma solo per limitare i danni. Che fare in questo quadro alquanto sconfortante?
Posso portare solo una mia personale convinzione e una mia preferenza.
VOTERÒ SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTÀ: non tanto per una convinzione lombarda, ma per dare fiducia a quello che, a livello nazionale, si è mosso col caso Vendola. Vendola rappresenta oggi una speranza per tutta la sinistra. Ha dimostrato che si può stare in campo con le proprie convinzioni, anche radicali; che si può vincere la battaglia delle primarie; che si può competere ad armi pari anche nelle elezioni regionali. Vendola esprime una forte capacità politica, e una sua affermazione avrà indubbiamente una portata e un valore nazionale.
Voterò SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTÀ: per dare fiducia a questa speranza. All’interno della lista sceglierò poi la persona che mi sembra meglio interpretare questa speranza, per le sue precedenti esperienze e per la coerenza dei programmi ai quali si è ispirato (energia sostenibile – rete di trasporti efficiente – stop al consumo di territorio – difesa dei beni comuni – rilancio della sanità e della scuola pubblica): MARIO AGOSTINELLI.
Giuseppe LANDONIO
oncologo
consigliere comunale Milano
Presidente ReteLombardaSalute