Mario Agostinelli
Due diversi approcci sono in campo per una sinistra unitaria che vada oltre i partiti attuali. Quello che vede nello spazio lasciato vuoto dalla nascita del PD una dimensione politica e sociale da occupare; quello che muove dall’esperienza dei movimenti e dall’associazionismo per rinnovare la politica e dare rappresentanza ai bisogni e ai diritti che il cambiamento di fine secolo impone. Io propendo per la seconda linea di lavoro e credo che anche l’AUSER, a cui sono grato per ospitare questo intervento, possa essere interessata ad una formazione politica che rafforzerebbe l’Unione e bloccherebbe le derive verso “maggioranze variabili”, letali per un’idea laica, solidale, multiculturale della cittadinanza.
In effetti, chi sottovaluta la necessità della sperimentazione di una sinistra unita e nuova e pensa che l’incubazione del Partito democratico generi di per sé l’aggregazione di una sinistra rinnovata, omette il bisogno di uno straordinario impegno culturale e ideale e di un coinvolgimento popolare. E’ così che va costruita democraticamente qui ed ora una unità plurale, oltre la sommatoria delle vecchie componenti, capendo, come l’hanno acquisito i nuovi movimenti e l’associazionismo laico, che la divisione porta al dissolvimento.
E per rispondere agli interessi, alle esigenze, alle aspirazioni che si intendono rappresentare, bisogna praticare nella quotidianità la prospettiva del cambio di società, con la concretezza delle risposte da dare ai problemi delle donne e degli uomini in carne e ossa e realzzando una partecipazione consapevole e informata, vero antidoto all’antipolitica delle destre.
A mio giudizio, occorre prioritariamente misurarsi con le radicali trasformazioni del lavoro indotte da una delle più rilevanti rivoluzioni tecnico-scientifiche della storia ed affrontare il nodo della relazione con la natura di fronte ai cambiamenti climatici che minano la stessa sopravvivenza della nostra civiltà. Dentro questo orizzonte va riscritto anche il patto di welfare che abbiamo ereditato dalle lotte del Novecento e che ha liberato e formato forze grandi di volontariato, non a caso collegate al sindacato, che si cimentano quotidianamente sui bisogni delle persone.
La sinistra che va fatta nascere “oltre” il PD avrebbe una funzione generale di rilancio e di rinnovamento di tutta la politica e potrebbe rispondere alla crisi della Lombardia, ormai multiculturale e globalizzata, coinvolgendo, con approcci e programmi alternativi alla cultura ammiccante al leghismo e all’integralismo dei governi di turno, una società vivacissima – di cui l’AUSER è parte – consapevole e preoccupata di un futuro precario sotto ogni punto di vista.
Nella costruzione di una Lombardia “altra” c’è un terreno di lotta politica immediato in cui ridislocare nella nostra regione la sinistra che si rinnova e ricercare il suo radicamento tra la gente.