Il programma vero di Expo 2015 non nasce in funzione degli slogan “cibo per il pianeta, energia per la vita”. Nasce nel ben più prosaico spazio lombardo-milanese e nel tempo del federalismo dei ricchi. Matura, cioè, nel contesto di una lotta feroce per disporre delle risorse mobilitate attorno all’evento e in una Milano e in una Lombardia segnate da una lunga permanenza al governo delle destre, da un centrosinistra in rincorsa affannosa della grande coalizione, da una sperimentata attività da parte delle amministrazioni pubbliche di consumo di territorio, di deregolamentazione urbanistica e di elusione dei controlli. Sfido chiunque a ravvisare negli atti di governo di Formigoni o della Moratti una qualche propensione a considerare la fame nel mondo o la sobrietà energetica un compito del loro mandato. Bando quindi alle mistificazioni: per gli attori dominanti la scena locale, EXPO 2015 è il compimento del ridisegno dell’area più ricca del Paese a vantaggio di lobbies e speculatori, che sfrutta enormi risorse aggiuntive anche per mettere una pezza alle operazioni già avviate, calate dall’alto in barba ai cittadini.
Anche i poteri speciali che “Governatore” e “Supersindaco” si contendono, vengono richiesti senza scandalo nel clima di sopraffazione Nord- Sud favorito dall’escalation bipartisan del federalismo alla lombarda. Un ulteriore viatico per grandi affari, se ai 37 miliardi di euro previsti dal giro dell’Expo se ne dovessero aggiungere almeno il triplo da qui al 2015, tolti, secondo i conti dell’economista della Cattolica Bordignon, dalla Lombardia alla perequazione verso le regioni più povere. Un Expo alla lombarda, quindi, non certo all’italiana e tanto meno ad onore del pianeta.
Non sarebbe male lanciare da subito un complesso di azioni alternative, non eslusivamente oppositive, sostenendo i movimenti locali (e lo sgombero del centro sociale La Fornace la dice lunga sulla cancellazione preventiva del dissenso!), riunificando sinistra politica e sociale in un disegno comune a tutti i livelli, fino ad impegnarsi per un appuntamento del Forum Sociale Mondiale da organizzare a Milano nel 2015 in concomitanza anche della scadenza dei Millenium Goals dell’ONU.
E’ assolutamente necessaria una lotta capillare nel territorio e sostenuta da una forte e netta azione politica di tutta la sinistra, per costruire la piattaforma e diffondere una base di informazione adeguata.
Sotto questo profilo è di grande valore il ruolo del comitato N0 Expo, che sta creando condizioni di movimento e una contestualizzazione territoriale delle affermazioni astratte e mistificanti del progetto acclamato a Parigi.
Concludo con una osservazione che dovrebbe orientare gli sviluppi del confronto. Se si analizza il sistema comunicativo creato dai poteri forti attorno all’evento, se ne deduce una forza di penetrazione molto efficace, che corrisponde alla narrazione che le destre fanno del futuro della Lombardia e di Milano, a cui la sinistra non ne contrappone ancora una sua. Lavoro (anche se non sicuro e non stabile), affari (anche se “per gli amici” e senza effetti redistributivi), mercato (anche dei beni comuni e contro la giustizia sociale), grandi opere (per attraversare il territorio, non per abitarlo e viverci), compensazione ambientale (non impatto zero, riduzione dei consumi, energie rinnovabili), tecniche per l’alimentazione (non agricoltura biologica e niente OGM), infrastrutture pesanti (non riorganizzazione della mobilità, trasporto pubblico, usi pedonali degli spazi urbani), crescita del PIL a monte e tecnologia a valle per ripararne i danni (non riduzione delle merci, dei consumi, delle emissioni climalteranti). Allora, per uno scatto e un programma della sinistra in Lombardia, dove stanno davvero il “sogno”, la “vetrina”, la Milano “leonardesca e ideale” spacciati dalla Moratti in giro per il mondo: nelle pratiche liberiste o nel togliere dalle parentesi i contenuti alternativi che traspaiono qui sopra?
daniele nepoti
Spiace vedere mescolate alla rinfusa tante affermazioni, parte delle quali assolutamente condivisibili e fondate, altre meno, altre ancora – a mio parere – per niente.
Che Expo possa essere un’occasione per speculatori è tanto ovvio quanto dire che i fondi strutturali europei lo sono per le mafie. E allora? Aboliamo i FSE?
E poi: date le condizioni (economia capitalisata di mercato), che piaccia o meno (a me non piace), siamo in grado di distingure tra affari loschi e legittimi interessi? Qualcuno guadagnerà con l’Expo? Sì. Ma se lo fa legittimamente, cosa c’è di male? Qualcuno si arricchisce anche coi pannelli solari. E Allora?
Siamo in grado – Agostinelli – di vedere una differenza tra un obiettivo (p.es. Expo) e sue modalità di attuazione? Possibile che essere critici sulle modalità debba per forza voler dire essere contrari all’obiettivo? Possibile non essere in grado di distinguere?
Idem sulle infrastrutture. Piantiamola di dire No a qualsiasi infrastruttura o “grande opera”, perché basta mettere il naso fuori da questo disgraziato paese e la cosa fa ridere i polli (o piangere).
Com’è che in tutto il mondo (ma proprio tutto, compresi paesi con tradizioni largamente più ecologieste dell’Italia) costruiscono nuove ferrovie (e in quanto tali adatte a velocità maggiori) e qui noi dovremmo sempre bloccarle? Hai mai visto una mappa delle autostrade in Nordrhein-Vestfalen o in Olanda e l’hai mai confrontata con quella della Lombardia? Forse Germania e Olanda sono paesi che non hanno sensibilità ecologica? Suvvia! Mai visti paragoni tra gli indici dei rapporti tra km di autostrade e kmq di territorio, popolazione, tasso di veicoli, tonnellate di merci trasportate, ecc. di Lombardia e di qualsiasi altra regione paragonabile d’Europa? E dunque? Pensato niente nel leggerli?
Infine: cosa c’entra il federalismo con tutto questo? E cosa c’entra il federalismo con una supposta (sottolineo, supposta) sopraffazione del Nord sul Sud. Dico, ma stai scherzando?
Vuoi forse sostenere che non ci sia qualche leggero problemino di disequilibrio territoriale tra raccolta delle risorse pubbliche e loro destinazione in Italia? Che non ci sia un problema di efficacia ed efficienza della spesa molto ben georeferenziabile in Italia? Un altrettanto evidente e altrettatno georeferenziabile problema di sommerso ed evasione? Ti consiglio gli studi della CGIA di Mestre. E anche l’articolo delo stesso Bordignon del 26 giungo 2006 sul Sole, con quattro conti che forse possono esserti utili.
Mi spieghi dove sta la sopraffazione nel chiedere che tutti paghino le tasse (naturalmente in relazione al proprio reddito), tutti si adeguino a livelli di efficienza della PA simili e di efficacia di spesa vagamente decenti? Non può essere questa, anziché quella della sopraffazione, una chiave di lettura della domanda di federalismo? Non pensi che qualcuno – senza il minimo razzismo – si sia davvero rotto le scatole di vedere che la regione con la più alta spesa pro capite per la raccolta dei rifiuti sia ridotta (finanziata da altri) in condizioni pre-moderne? Al Comune di Roma stanno slatando fuori 10 miliardi (10 MILIARDI!!!) di debiti fatti quando anche noi eravamo in giunta. Appena un anno dopo che in Lazio ne sono saltati fuori altri 10. Tutto bene?
Non pensi che ci sia un limite tra prelievo e ritorno in termini di servizi, prestazioni e investimenti oltre il quale il patto tra individuo e Stato (che trasforma l’individuo in cittadino) rischia di saltare? Non pensi che questo limite sia vicino o forse già oltrepassato e che questo sia – al di là delle ragioni per cui esiste e delle soluzioni che si possono proporre – un problema drammatico? Se lo pensi, ed è difficle non pensarlo, allora cosa proponi, anziché la sola critica delle soluzioni altrui?
Io ho sempre votato PRC da quando il PRC esiste. Però, di fronte ad argomentazionic ome le tue, caro Agostinelli, alle ultime elezioni non l’ho fatto (e non certo epr votare PD). Mi pare di non essere stato proprio l’unico. Forse questo dovrebbe farti (farvi) pensare. E correggere un po’ il tiro. No?
Un saluto,
daniele, milano
barbara
Pure io non ho votato rc alle ultime elezioni. E per motivi opposti a quelle di Daniele. Le cui argomentazioni non condivido. L’expo è un’iniziativa che strutturalmente nega ogni concetto di equità sociale, comunque esso si realizzi. Oppure, o Daniele, desideri pensare che all’expo verranno inviati i piccoli agricoltori dell’ America Latina costretti a vendere i loro prodotti alle multinazionali dell’alimentazione?
L’expo è il trionfo del capitalismo multinazionale: quello che globalizza, privatizza. Quello dei cartelli, delle lobbies. Quello il cui giro di affari ha il compito di moltiplicare i quattrini già residenti nelle medesime tasche di chi li ha.
Cosa produrrà l’expo? La ristrutturazione delle ferrovie esistenti? Piste ciclabili per una Milano dove chi vuole andare in bici viene travolto? No. Parcheggi (oltre a quelli di Italia 90, poi abbandonati, ce ne saranno di nuovi) grandi opere. Trascurando le “piccole opere” esistenti che avrebbero bisogno di essere ristrutturate, compito troppo poco redditizio per le lobbies economiche coinvolte in quest’impresa.
L’expo è un progetto per far diventare piu’ ricchi i già ricchi, aprendo nuove strade di speculazione. I soggetti sono sempre gli stessi: i palazzinari, i costruttori,gli speculatori. Ho sentito parlare di progetti per i quali si costruiranno marciapiedi musicali in zona navigli, con luci e musica prodotti dal peso dei passanti.
Su una cosa concordo: che bisognerebbe sgominare il governo attuale (locale e statale) con nuove e diverse proposte. Azzerare i mortiferi progetti economici e politici che coinvolgono questo paese proponendo politiche popolari, che incoraggiassero la mobilitazione e la discussione.
Ma bisogna fare i conti con il fascismo di certe istituzioni (vedi Formigoni) che stoppa sul nascere qualunque tipo di iniziativa che preveda il dissenso.
Cmq bello questo blog. Concordo quasi con tutto.
Barbara