Il blog sta a riposo per le feste natalizie che auguriamo serene e ristoratrici. Avremo bisogno di molte speranze per l’anno nuovo e le giornate al volgere dell’anno sono le più propizie per trovare dentro di noi e condividere con gli altri l’energia che occorre.
Lascio sospeso questo spazio fino all’inizio di Gennaio con alcune splendide osservazioni di Nadia Urbinati sulla mitezza e la profondità della parola in politica.
“LA POLITICA è l’ arte della coesistenza tra sconosciuti – persone che non si conoscono, che non si frequentano come amici o parenti e che sanno conversare senza dover sapere in anticipo le rispettive idee e, soprattutto, senza dover essere sempre d’ accordo. La politica è quindi anche il nome dello spazio che accoglie la parola-spazio che è pubblico perché non ci lascia entrare (o così dovrebbe essere) nelle vesti private alle quali affidiamo la nostra più intima identità, i nostri gusti, i nostri affari, i nostri sentimenti, le nostre scelte morali.
Che ci fa comprendere che le parole servono a tenere aperta la comunicazione anche quando dissentiamo, che servono a farci capire e a interagire per trovare ragioni per assentire e dissentire, infine per decidere pro o contro. Con la parola e la politica ci si confronta sulle cose non fatte, da farsi, o fatte male; su scelte sbagliate o necessarie; sui problemi che sono quelli ai quali tutti pensiamo, dal lavoro alla sanità, dalla scuola all’ integrazione degli immigrati, dalla religione nello spazio pubblico all’ ambiente.
Di fronte a questi problemi, che sono i problemi della nazione grande, lo spazio del discorso dovrebbe essere un’ agora di cittadini che vogliono sapere e capire, che non si accontentano delle dichiarazioni roboanti e vogliono poter ragionare e controbattere. Fuori da questo spazio c’ è quello che vediamo sotto i nostri occhi: reazione totale, violenza verbale e reale.
Ma qui si ferma la ragione, perché di fronte all’ atto esemplare di aggressione la parola è muta e impotente. Ed è di parole che invece vive la società democratica.”
BUON NATALE E ANNO NUOVO…E GRAZIE A CHI TIENE APERTA LA COMUNICAZIONE E RENDE VIVO L’USO PUBBLICO DELLA PAROLA