IL CONSIGLIO LO APPROVA: FORMIGONI DOV’ERA?
Dichiarazione dei consiglieri regionali della Sinistra Arcobaleno
“Sinistra Arcobaleno si è impegnata unitariamente per rafforzare il ruolo del Consiglio e la funzione legislativa come elementi distintivi dell’autonomia regionale. Il presidenzialismo “monarchico” andava riequilibrato a favore dei poteri consiliari, per assicurare trasparenza e prestigio all’organo eletto a suffragio universale da parte di tutti i cittadini. E abbiamo insistito per estendere la garanzia e la effettività di diritti fondamentali, sociali e civili, per quanti abitano e lavorano in Lombardia.
Lo Statuto ha invece dato valenza, nella parte dei principi, al modello istituzionale-relazionale che Formigoni ha imposto nelle ultime tre legislature alla Lombardia e che oggi mette al servizio delle sue ambizioni in campo nazionale.
Accanto alla prevalenza dell’esecutivo sul Consiglio, sono state decise alcune forzature: il principio di sussidiarietà che viene usato per parificare pubblico e privato, la finta libertà di scelta che ha ispirato la sanità lombarda, l’impegno di collaborazione con la Chiesa Cattolica; ed è invece indebolita la partecipazione democratica delle organizzazioni civili e del lavoro in relazione ai passaggi più delicati dell’azione di governo (bilancio, leggi che intervengono sui livelli delle prestazioni inerenti i diritti civili e sociali). E ora per chiedere i referendum ci vorranno 300 mila firme!
Alla fine, nonostante alcuni apprezzabili risultati – la nascita del Comitato delle Autonomie Locali, il riconoscimento dell’acqua come bene pubblico, da noi fortemente richiesti, la democrazia paritaria tra i generi – lo Statuto è in realtà un’occasione mancata per guardare al futuro di una società che evolve e di una democrazia che va rivitalizzata. Poco coraggio e poca lungimiranza.
La nostra astensione indica questa inadeguatezza e una valutazione negativa sui principi ispiratori dello Statuto ma anche la volontà di operare sul regolamento e sulla legge elettorale per ampliare gli spazi di democrazia e di partecipazione oggi largamente disattesi.
E’ un segno dei tempi che alla votazione finale fossero assenti il Presidente Formigoni, la vice presidente Beccalossi e altri assessori: un caso rilevante di insensibilità istituzionale. Forse erano impegnati per la campagna elettorale e del resto a loro non interessa che il Consiglio si sciolga a causa delle loro scelte personali”.
Mario Agostinelli, Marco Cipriano, Carlo Monguzzi, Luciano Muhlbauer, Marcello Saponaro, Arturo Squassina, Osvaldo Squassina, Bebo Storti