“La sentenza che riguardava Massimo Guarischi è stata confermata dalla Cassazione. Nulla contro l’uomo, ma la vicenda politica è di quelle che non possono passare inosservate.
Quando si parla di corruzione e malaffare, la vulgata lombarda cerca sempre di far passare che si tratti di questioni solo romane. In realtà non è così.
Nonostante Massimo Guarischi avesse un conto già aperto con la giustizia e nonostante l’indagine di cui era oggetto, nelle regionali del 2005, al fine di garantirne l’elezione, è stato inserito nel “listino“di Roberto Formigoni.
Operazione di copertura che non gli è però valsa la sottrazione al corso della giustizia e che getta un’ombra di squallore sulle pratiche di potere operanti in questa Regione, delle quali sono naturalmente complici anche forze politiche come Lega e An che pur in passato hanno sbandierato il loro orientamento giustizialista.
Questa vicenda, inoltre, fa il paio con i numerosi scandali in corso nella sanità lombarda e chiarisce ancora di più, qualora ce ne fosse bisogno, quale sia il reale sistema di potere che gestisce la nostra Regione e che da anni perpetua se stesso. Un sistema di potere che deve essere sottoposto al severo giudizio dei cittadini lombardi, dei tanti lavoratori e pensionati che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese, dei numerosi lavoratori costretti a iniziative estreme per difendere il posto di lavoro e la propria dignità.
Bisognerebbe esortare i politici del centrodestra a fare tesoro di queste negative esperienze, ma penso sia tempo sprecato. C’è una sola possibilità: che gli elettori ne tengano conto”.
Milano, 6 ottobre 2009