UNA PESSIMA INTESA E UN REGALO A FORMIGONI
Mario Agostinelli capogruppo PRC Consiglio Regionale Lombardia
Da una settimana il Presidente lombardo Formigoni è tornato sulle prime pagine dei maggiori quotidiani. Merito del formidabile apparato propagandistico che lo sostiene (ben 32 milioni di euro la voce di bilancio per la sua immagine e per la rappresentanza della sua Giunta a fronte di soli 39 milioni per l’attività dell’intero Consiglio regionale!), ma anche e soprattutto di un incredibile ordine del giorno proposto e votato in Consiglio il 27 luglio dall’Ulivo assieme a Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega e contrastato e respinto da Rifondazione, Verdi, Comunisti Italiani.
Così, un progetto politico di secessione morbida e di rilancio improbabile del modello lombardo di una crescita senza qualità e di assunzione delle prerogative del pubblico da parte del privato, ritrova vigore e incontra una copertura in un ruolo accondiscendente di DS e Margherita, proprio in coincidenza con l’istituzione del “Tavolo” milanese sulle grandi opere autostradali e con la venuta di Prodi a Milano.
E’ così importante la partita nazionale che si gioca in Lombardia –e lo andiamo ripetendo quasi inascoltati da tempo- da meritare subito qui di seguito una ricostruzione fedele ed esauriente di un passaggio che a me sembra rilevantissimo e non facilmente reversibile se non con l’assunzione di forti iniziative di tutta la sinistra. Perciò la questione aperta sarà al centro di una analisi politica compiuta in un incontro a settembre tra la segreteria nazionale e i segretari regionali e i capigruppo di RC nei Consigli regionali del Nord.
A conclusione della importante sessione sulla finanziaria 2007-2009 , il 26 Luglio tutta l’Unione ha presentato e votato in Consiglio una risoluzione opposta a quella della maggioranza formigoniana, dopo che sui temi dell’acqua pubblica e della riconversione dell’industria bellica la battaglia di emendamenti e il sostegno e la mobilitazione dei movimenti avevano ottenuto rilevantissimi e quasi inaspettati risultati.
Netti e condivisi i contenuti della risoluzione, articolati su tutti gli aspetti delle politiche economiche e sociali, “contrattati” puntualmente in una settimana intera di incontri tra le forze politiche dell’ Unione, con un contributo rilevante e riconosciuto di Rifondazione, dei Verdi e dei Comunisti Italiani
Il giorno seguente, 27 Luglio, il Presidente Formigoni si è presentato per relazionare sugli incontri in corso a Milano con Prodi, Penati e la Moratti, con un rapporto con il Consiglio insolito, finalmente adeguato e non reticente. Dopo una prima discussione sulla relazione, e’ stata richiesta una sospensione per una riunione della conferenza dei capigruppo. In essa, con stupore nostro, dei Verdi, dei Comunisti italiani e dell’ignaro coordinatore dell’Unione Riccardo Sarfatti, è stato proposto un ordine del giorno concordato tra maggioranza di centrodestra e Ulivo. Non emendabile, preventivamente blindato da una maggioranza allargata all’uopo e con un assenso o una posizione perlomeno non ostile di esponenti del Governo nazionale informalmente coinvolto. Non un documento sulle autostrade lombarde, come si è detto sui giornali per attutirne la portata, ma un orizzonte politico programmatico almeno per la seconda parte dell’anno 2006. Infatti il “clou” dell’intesa raggiunta sta nell’assunzione del federalismo fiscale al pari delle altre “priorità del Paese, come welfare e infrastrutture” e nel riferimento all’applicazione dell’art. 119 per trattenere qui le risorse trasferite al Sud, nonché nella richiesta di “ulteriori forme e condizioni di autonomia per la Lombardia”.
Franco Russo, che ci ha richiesto immediatamente l’ordine del giorno , ha scritto cose condivisibilissime e acute su Liberazione del 2 agosto e gli sono grato per la tempestività dell’intervento, la precisione delle riflessioni, l’allarme suscitato. Proprio dall’ approvazione in un clima confuso e teso di un documento che accetta l’orizzonte politico delineato da Formigoni, ha preso le mosse l’occupazione della scena nazionale da parte del Presidente lombardo e la riduzione degli spazi di contrasto e opposizione alla sua linea, almeno sulla stampa, al solo dissenso di Penati sul modello di organizzazione della società per le autostrade. La questione, come risulta evidente, è di ben altro spessore e riguarda la sostanza dell’opposizione in Lombardia e il profilo dell’Unione a livello nazionale.
Non è un caso che l’ordine del giorno parta dalla definizione di “Lombardia locomotiva del Paese” e dalla negazione del declino di questa regione conconseguente traino al ribasso del Paese, né che non si citino mai le parole lavoro e giustizia sociale, mentre si rincorrono imprese e competitività come soluzioni magiche di un problema non di quantità ma di qualità dello sviluppo. Una mancanza di qualità e di specializzazione produttiva che inchioda la Lombardia ad un peggioramento della vita, ad un ambiente degradato, ad una crisi del lavoro e ad un ridimensionamento della manifattura da noi messi insistentemente a fuoco nella analisi della sezione lombarda di “Sbilanciamoci”.
Insomma, è avvenuto un fatto molto grave, ma, quel che potrebbe essere peggio, si sta imboccando una via che propone la Regione Lombardia ed il Nord d’Italia come paradigma di governo .Un percorso ovviamente da contrastare, rivitalizzando l’Unione su contenuti e orizzonti innovativi e coraggiosi, che invece l’intesa del 27 luglio, con l’accettazione dello schema angusto di riflessione politico programmatica delineata da Formigoni, ha fortemente depotenziato. La nostra odierna opposizione va trasformata in proposta alternativa con un richiamo anche alla cultura politica e progettuale della Lombardia che è da tempo in silenzio e che rischia di registrare la messa in disparte delle sue intelligenze migliori.
Anche da questa constatazione prende forza nella nostra regione il progetto di Sinistra Europea e il consolidamento dell’esperienza di Unaltralombardia come occasione di coagulo delle forze di alternativa al centrodestra e di valorizzazione del rapporto tra politica movimenti e società.