L’autunno caldo comincia d’Agosto, con una storia milanese che fa da spartiacque tra un passato recente di grandi lotte affogate nell’indifferenza di una classe dirigente in crisi profonda (si pensi alla desertificazione dell’ex Alfa di Arese) e la speranza di riportare il lavoro al centro di un futuro da conquistare e non solo da subire. Una storia che connette periferia e centro, orgoglio operaio e pochezza morale degli speculatori immobiliari, incapacità di governo delle istituzioni e lungimiranza di un sindacato democratico e partecipato. Una storia ancora che balza all’attenzione dei media e dimostra tutta l’efficacia della non violenza rinvigorita dalla unità e dalla solidarietà.
Varrà la pena di tornare a riflettere su quanto tutti – e la sinistra in particolare – deve a queste 49 persone che hanno intrapreso una lotta difficilissima soprattutto perchè rappresentava per loro una speranza e una alternativa all’isolamento personale e alla disgregazione. E imparare una lezione dai risvolti ancora tutti da approfondire.
Per ora mi limito a condividere la gioia di un risultato collettivo che spazza via la diffidenza o il livore di chi – moltissimi, a cominciare da Confindustria, a Regione e Provincia, agli uomini d’ordine come Maroni – ha remato contro (valga per tutti l’ignobile editoriale di Belpietro su Panorama, e il commento ringhioso di Paragone su Libero, ancora all’oscuro della vittoria della notte scorsa, che, col livore di chi è pagato per questo, attribuiscono agli operai e al sindacato le colpe della chiusura dell’INNSE, che forse si auguravano) e a divulgare le foto e le immagini video che abbiamo girato partecipando in via Rubattino alla fase finale del presidio e della trattativa
Posso contare così su una continuità anche emotiva che mi unirà a quanti ne godranno la forza e l’intensità. E con questo, davvero buone vacanze!